Nell'agosto del 2012 i giornalisti di
Borghi d'Europa attivarono un progetto innovativo denominato FUORI DAL CORO. Contemporanemente
veniva pubblicata una rivista diretta dal giornalista Renzo Lupatin
di Padova.
" In mezzo alla confusione
mediatica, c'è chi medita di tornare al silenzio! Pagine di
pubblicità in riviste che non si sa dove arrivino e quanto siano
diffuse...
Inserzioni in cataloghi di sagre
manifestazioni concerti...per il quieto vivere locale...
Giornalisti o pseudo tali che chiedono
soldi per scrivere....
Comunicatori che dicono : quante pagine
mi comperi in pubblicità, così scrivo bene di Te....
telefonia marchettara per vendere di
tutto....
Poi vi sono i soloni della
comunicazione, i testimonial (più grossi sono e più chiedono....),
i telegenici : quando arrivano loro, il giorno dopo nei giornali
locali si parla della loro presenza e non dei poveri cristi che hanno
pagato per averli....
Il popolo dei silenti vuol cambiare le
regole del gioco.
Fuori dal Coro è per loro,
Senza peli sulla lingua e saccenti che
sparano le solite ..... ( aggiungete quel che volete!)...."
Nel 2018 il giornalista Mario Giordano
iniziava a Mediaset la trasmissione Fuori dal Coro, nuovo programma
di attualità e approfondimento dove dar voce alle opinioni più
controcorrente e "fuori dal coro". Una assonanza con il
progetto europeo !
La ripresa del progetto prevede di
ridare la voce ai silenti dei Territori Minimi, resuscitando il blog
di informazione del 2012, collegandoli alle iniziative de Il Cammino
delle Identità.
" Una nuova sfida – osserva
Valentino De Faveri-, che si avvarrà delle rete dei contatti che
Borghi d'Europa ha costruito nel tempo : giornalisti, imprenditori,
comunicatori, rappresentanti di associazioni e istituzioni locali,
saranno gli autentici segnalatori di notizie che nascono nelle
comunità locali ".
" Abbiamo deciso di accompagnare
questo progetto, perchè viene a confermare una vocazione autentica
di Borghi d'Europa verso un giornalismo autentico, 'fuori dal coro',
per l'appunto ".
Konsum srl ha così accompagnato la
ripresa del progetto : fra le segnalazioni vogliamo ricordare i vini dell'Azienda Agricola Dea
Rivalta di Bigolino ( con il progetto sulle Repubbliche Marinare);la Pizzeria Renata di Levada
(Pederobba) ; la Pizzeria Daniela (Montebelluna) ; l'Osteria Ponte
dei Romani a Crocetta del Montello ; la Trattoria Braceria da Luciano
a Crocetta del Montello e il Ristorante Bragosso,Specialità
Marinare, di Cornuda.
Erano almeno due anni che i giornalisti e i comunicatori di Borghi d’Europa non visitavano
la bella macelleria di Manuel Dario,in via Roma a Noventa Padovana.
Padova è la tappa settembrina del viaggio del gusto che Borghi d’Europa propone per il tour di Veronelliana, la rassegna informativa dedicata a Luigi Veronelli.
Così Borghi d’Europa ha organizzato alcune visite gustose in occasione del 25° Anniversario della nascita della IAI (Iniziativa Adriatico Ionica. Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico ionica), realizzando un simpatico anteprima, voluto da Renzo Lupatin,giornalista padovano, presidente di Borghi d’Europa.
” Parlare di carni di prima qualità alla Macelleria di Manuel Dario è richiamare semplicemente l’impegno quotidiano che Manuel e la sorella Alessia ( autentica ‘maga’ dei preparati), infondono nel loro mestiere”.
Un banco che coinvolge la vista e gli altri sensi, a dimostrazione che la professionalità
non conosce limiti.
” Oggi il macellaio -osserva Renzo Lupatin-, è diventato anche gastronomo, sa suggerire
ai clienti gli acquisti e fornisce consigli per le cotture.”
Un “macellaio un po’ gastronomo” è un professionista che unisce le competenze tradizionali del macellaio con una passione per la gastronomia e la cucina. Questo tipo di macellaio non si limita alla vendita di carne, ma offre anche consigli, preparazioni e, in alcuni casi, piatti pronti, spesso con un occhio di riguardo alla qualità, alla provenienza e alla valorizzazione della carne.
“Oltre ai tagli tradizionali, questo tipo di macellaio conosce le diverse razze, le loro caratteristiche di gusto e le migliori tecniche di cottura.
Fornisce consigli su come preparare al meglio la carne, quali abbinamenti di sapore preferire e quali contorni valorizzano il piatto.
In alcuni casi, offre piatti pronti a base di carne, come arrosti, polpettoni, spiedini, ecc., preparati con ingredienti selezionati e tecniche di cottura studiate.
Predilige carni di provenienza locale, da allevamenti controllati, e presta attenzione alla stagionalità dei prodotti. “
Borghi d’Europa ha inserito la Macelleria di Manuel Dario nella campagna di educazione alimentare che si svolge a Padova.
“Prepotto è un comune friulano in provincia di Udine di neppure 1.000 abitanti, che gode di un clima mitigato grazie alla cerchia delle Prealpi Giulie che lo riparano dai venti freddi di settentrione, ed alla vicinanza della pianura e del mare Adriatico, distante non più di 40 chilometri.
E’ un vero e proprio punto di equilibrio climatico, a cavallo tra il mare e la MittelEuropa, in cui il susseguirsi di giornate calde e notti fresche garantisce quelle escursioni termiche che così bene fanno alle viti. Da sempre i vigneti che si estendono nelle colline di Prepotto danno origine a vini di grande qualità, non solo vini bianchi ma anche rossi.
Proprio così: rossi. Il Friuli Venezia Giulia è sicuramente noto nel mondo per la sua grande produzione di vini bianchi, ma non sono da sottovalutare i vini rossi, spesso da vitigni autoctoni. Uno di questi è lo Schioppettino, chiamato anche Ribolla Nera, forse il più noto vitigno autoctono friulano a bacca nera insieme al Refosco dal Peduncolo Rosso. Sull’origine del nome del vitigno due sono le teorie principali: Schioppettino come riferimento alla croccantezza dei suoi acini, oppure al fatto che il vino giovane, se imbottigliato, possa diventare naturalmente frizzante, causando un processo di fermentazione malolattica in grado di stappare la bottiglia.
Le prime testimonianze storiche di questo vino risalgono a documenti datati 1282, ritrovati nell’Archivio del Castello di Albana, situato nel territorio di Prepotto. Nonostante una storia millenaria, all’inizio degli anni ’70 il vitigno era pressocchè estinto, a causa delle malattie, Oidio prima e Fillossera poi (fine ‘800-inizio ‘900), della scelta di molti viticoltori di sostituire i vitigni autoctoni con vitigni internazionali, del fatto obiettivo che a distanza di pochi chilometri da Prepotto e dalle sue zone cru per eccellenza, Cialla ed Albana, le uve ottenute non dessero gli stessi eccellenti risultati in termini di vino prodotto, ed infine per problemi di ordine burocratico: lo Schioppettino non figurava neppure nell’elenco delle varietà di cui era consentita la coltivazione.
E qui avviene il miracolo: Paolo e Dina Rapuzzi partono con la loro cantina, Ronchi di Cialla, e grazie anche all’aiuto di Bernardo Bruno, allora sindaco di Prepotto, riescono a trovare le viti superstiti sul territorio comunale e a realizzare un primo impianto di 3.500 ceppi che ha segnato l’inizio della rinascita dello Schioppettino.
Come riconoscimento di tanto lavoro e lungimiranza, ai coniugi Rapuzzi nel 1976 viene assegnato il premio Risit d’Aur (Barbatelle d’Oro), prima edizione, delle Distillerie Nonino per “… aver dato razionale impulso alla coltivazione, nel suo habitat più vocato in Cialla di Prepotto, dell’antico prestigioso vitigno autoctono Schioppettino, di cui assurde leggi ne hanno decretato l’estinzione…”. In giuria anche Luigi Veronelli. Quarant’anni dopo lo Schioppettino è un grande vino rosso, venduto in tutto il mondo, pluripremiato, con un’associazione di produttori che lo tutela e lo promuove! “
Borghi d’Europa ha inserito nella rete internazionale l’azienda agricola Marinig, seguendola nel corso degli anni, con attenzione e partecipazione.
Nel mentre si rinnova la collaborazione informativa, che prevede in febbraio un incontro a Bologna, a Slowine, i giornalisti de ‘Il Cammino delle identità’, hanno degustato lo schioppettino di casa Marinig.
“Di un intenso color rosso violaceo- commenta Renzo Lupatin, giornalista-, il profumo ricorda la marasca, i frutti di bosco, il pepe nero. Il gusto corrispondente al naso e, se invecchiato, acquista sfumature balsamiche, speziate e complesse, che rimandano al muschio. È adatto ad accompagnare i secondi piatti a base di carne, la selvaggina e i formaggi stagionati “.
Borghi d’Europa lo proporrà nel corso degli incontri di VERONELLIANA,il percorso che Borghi d’Europa dedica a Luigi Veronelli, con 10 tappe inserite nel progetto di collaborazione informativa con il Parlamento Europeo.
“Sono diversi anni – racconta Bruno Sganga, giornalista, già coordinatore delle iniziative editoriali del Maestro-,che Luigi Veronelli (Gino per chi aveva vera amicizia e confidenza con lui) ci ha lasciati ed una volta per tutte sia chiaro che siamo tutti debitori a Veronelli. Lo sono i consumatori a cui ha saputo raccontare “camminando la Terra” in modo esemplare ed unico, come i vari protagonisti del settore agroalimentare ed enogastronomico, verso questa figura leggendaria ed autentico uomo di cultura. Lo siamo tutti all’enogastronomo antesignano e moderno insieme, al giornalista polemico, al fine scrittore, all’editore coraggioso, al conduttore televisivo precursore del settore, oltre che al filosofo ed anarchico sui generis.
Ho vissuto quasi quindici anni a fianco dell’uomo Veronelli nel pieno degli anni più entusiasmanti: dalla sua “L’Etichetta” e le millanta sue Guide, in un ruolo che mi consentiva, soprattutto per amicizia e fiducia, tra marketing e redazione, viaggiando ovunque con lui, d’intervenire e conoscere ogni minimo particolare della sua vita professionale ed anche umana. Sorrido quando negli ultimi tempi leggo od ascolto di gente che lo cita, mette immagini con lui o sbandiera lettere, per evidenziare che “conosceva” Veronelli.., pur di poterlo citare e vantarsene. Ma Gino era cordiale ed aperto con tutti, come dimostrava nella sua “Corrispondenza pubblica e violata” a cui dedicava ore ed ore, pur quando lontano dalla sua dimora bergamasca. “