martedì 3 novembre 2020

A San Floriano del Collio, parte L' AltroFriuli

 


 


San Floriano del Collio – Un incontro promosso dal Presidente dell'Associazione Vinoteka dei Colli di

San Floriano,Fabian Korsic, presso la sua Cantina, ha dato il via alle iniziative di informazi

de 'L'AltroFriuli,Terra di Storia e di Storie', inserite nel progetto 'L'Europa delle scienze e della cultura', 

patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico-Jonica.

L'incontro ha ribadito la collaborazione istituzionale fra Borghi d'Europa e l'Associazione Vinoteka,

prefigurando la creazione di un percorso per Likof 2021, aperto alla partecipazione di diversi paesi 

europei, legando i temi della cultura, della letteratura,della poesia e dell'arte a quelli più squisitamente 

enogastronomici.

Sono poi state fissate le 'tappe' del tour di presentazione de L'AltroFriuli : a Milano, a Roma,

a San Marino e in Romagna (Il Cammino di Dante ), nel Delta del Po, in Canton Ticino (Svizzera),

in Austria (Vienna e Carinzia) e nelle Valli del Natisone e in Slovenia.

Verranno scelte nei prossimi giorni le aziende della filiera turistica ed agroalimentare che 

accompagneranno il viaggio del buon e bello vivere : allo chef Massimo de Belli (L'Enoteca 

dell'Impero), il compito di interpretare la cultura friulana (non solo a convivio).

Borghi d'Europa ha chiesto a Matteo Bellotto (Scrittore e Sommelier) di partecipare all'iniziativa,

quale 'cantastorie', in grado di raccontare secondo diversi registri linguistici la sua Terra.

 

domenica 11 ottobre 2020

PizzAmore di Carità di Villorba nella Via della Pizza

La curiosità è per davvero il motore del lavoro giornalistico.

Così quando ha riaperto la pizzeria in via Solferino a Carità di Villorba, un ‘salto’ per degustare

uno dei piatti più efficaci del made in Italy a tavola, non poteva mancare.

Forti della convinzione che non basti una unica visita, i giornalisti e i comunicatori di Borghi

d’Europa, hanno ripetuto l’esperienza e , ohibò!, si sono detti che PizzAmore andava inserita di

buon diritto, fra i locali che segnano la storia del Percorso Internazionale Le Via della Pizza.

Giulia ha un carattere determinato, creatività da vendere ed ha deciso di tuffarsi in questa

avventura sostenuta dal suo compagno Pasquale, restauratore di professione, che ha saputo

mettere buon gusto,intelligenza e manualità nell’arredare il locale.

Ne viene fuori un qualcosa di irripetibile : la luce modella i diversi angoli della pizzeria,

regalando una impressione di eleganza minimale, che favorisce il dialogo e la buona compagnia.

E poi ci sono le scelte. Un buon pizzaiolo, Antonio, di scuola napoletana e un cuoco,Roberto.

La cucina offre sempre dei primi piatti ‘stagionali’, con paste artigianali dei diversi territori italiani;

fra i secondi ricordiamo le tagliate,i filetti al pepe verde (li abbiamo assaggiati,tutto ok!),il pollo

ai ferri, l’arista di maiale. I fornitori sono a un tiro di schioppo da Carità : Pagotto Carni di Pezzan di

Carbonera, azienda ben conosciuta dai i giornalisti e comunicatori di Borghi d’Europa .

La pizza è interpretata secondo i canoni classici : bordo alto ; lievitazione minima di 36 ore,

la scelta di mozzarelle di rigorosa provenienza campana ; la ricerca di prodotti d’eccellenza,

senza mai abiurare alla qualità certa ; la capacità di proporre pizze innovative, rispettando però

le caratteristiche degli alimenti primari.

E poi una scelta di birre intelligente, dove spiccano alcune birre artigianali di sicura eccellenza, e ,

soprattutto, di costanza nella qualità.

Lo stile di PizzAmore è poi frizzante, senza mai cadere nell’untuosità o nella simpatia forzata e troppo

invasiva.

Insomma qui si respira autentica cultura dell’accoglienza.

Non a caso lo straordinario menù ispirato alla letteratura, alla poesia, al cinema, porterà in queste

contrade le iniziative per ricordare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. La pizza

Dante e Beatrice, la pizza Paolo e Francesca e il tagliere Dante Alighieri, ci ricordano il Sommo

Poeta.Treviso ospita nel tempio di San Francesco le spoglie mortali del figlio,Pietro di Dante.

E così sia !

venerdì 2 ottobre 2020

L'Enoteca di Cormons a Trieste,per il progetto 'L'Europa delle scienze e della cultura'

 



Borghi d'Europa, nel quadro delle iniziative del progetto L'Europa delle Scienze e della Cultura (Patrocinio IAI -Iniziativa Adriatico Jonica ed ESOF2020,Trieste Capitale Europea della Scienza), aveva realizzato in giugno all'Enoteca di Cormons uno stage di informazione multimediale, aperto alla partecipazione delle aziende vitivinicole socie e alle aziende della filiera agroalimentare.

Un intenso programma di interviste e di visite era stato realizzato nel mese di maggio dalla redazione della testata giornalistica Borghi d'Europa

Successivamente, Borghi d'Europa ha organizzato un incontro del progetto 'L'Europa delle scienze e della cultura' ( Patrocinio IAI-Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica ed ESOF2020,Euroscience Open Forum,Trieste Città Europea della scienza), sui temi della sostenibilità nella filiera agroalimentare presso il Quartier Generale di ESOF2020, al Porto Vecchio di Trieste.

In questa occasione è intervenuto il Presidente della cooperativa, Michele Blazic, che si è soffermato sui temi della sostenibilità in viticoltura, con particolare riguardo alla zona del Collio.


“Nell'ottica di ottenere un incremento delle buone pratiche e un miglioramento della qualità, si pone sempre più attenzione alla gestione del vigneto e al suo territorio, attraverso metodi come la viticoltura di precisione, il controllo dei parassiti, la rotazione delle colture e il sovescio, oppure alla produzione del vino utilizzando uva biologica certificata, trattata senza diserbanti o pesticidi o fitofarmaci, con limitazioni sull'utilizzo di additivi o il totale divieto di impiego dei solfiti.

Allo stesso tempo, grande importanza viene data alla realizzazione di “buone pratiche ambientali” e al rinnovamento tecnologico finalizzato alla riduzione dei costi di produzione e al miglior utilizzo delle risorse. Il concetto di sostenibilità è altresì collegato all'eccellenza qualitativa e alla competitività della produzione vitivinicola, ecco perché sono diventate sempre più importanti le campagne di marketing e promozione rivolte al consumatore, che rafforzano l'immagine di un territorio.” ( Marco Buomi,Vino e sostenibilità, punti di forza del territorio del Collio,L'Espresso.

http://obiettivo-sostenibile.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/07/20/vino-sostenibilita-collio/ ).

 

domenica 3 maggio 2020

I Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa nella Sinistra Piave : Refrontolo




Borghi d'Europa aveva inserito Refrontolo nei Percorsi Internazionali, in occasione 
dell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale (2018).
L'inserimento del Mulinetto della Croda negli itinerari, aveva portato i giornalisti
e i comunicatori a indicare nel Panificio Piol, una delle 'soste' gustose della rete per
i Mulini del Gusto e le Vie del Pane.....


 A Refrontolo, giusto giù dalla riva che porta verso Solighetto (via Costa al civico 1), troverete un pezzo della storia del paese: il panificio Piol. In anni e anni di percorsi vagabondi alla ricerca del buon pane artigianale,siamo sempre venuti qui, per chiedere il pane necessario alle degustazioni. Un `vizio´ che sa ormai di storia, visto che il tempo non ha intaccato la qualità delle produzioni. In questi ultimi anni vi è stata una grande rivalutazione del pane come alimento: il pane ha saputo (grazie al sacrificio e all´impegno di tanti artisti-artigiani), `tenere duro´.
Qui al panificio Piol viene interpretato al meglio, con una `carta´ che privilegia diverse farine, diversi commenti, al mutare delle stagioni e secondo fantasia.
Il Panificio è conosciuto ed apprezzato anche per la produzioni di dolci da forno e biscotti : buona farina non smente !

PER IL NOSTRO COMUNE 

sabato 2 maggio 2020

A Santa Maria del Piave, tra i Percorsi della Fede e la Via dei Norcini


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno dedicato alcune delle tappe dei

Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa a Santa Maria del Piave (Mareno di Piave)
Santa Maria del Piave era un ospedale-monastero cistercense nell'attuale provincia di Treviso. In origine sorgeva presso l'omonima frazione di Mareno di Piave (l'antica località Talpon) e in seguito fu riedificato nella vicina Lovadina di Spresiano. Borghi d’Europa ne ripropone la storia, all’interno del viaggio nelle Terre della Piave.
Il monastero si trovava in un'area assai battuta dai traffici, presso una zona di guadi posta sul medio corso del Piave e all'incrocio tra le strade Ungaresca e Alemanna. Compito dell'istituzione era infatti dare ospitalità a mercanti, pellegrini e viandanti in genere che vi transitavano.Santa Maria del Piave sarebbe stata fondata (o rifondata) attorno all'anno Mille e in origine fu gestita da una congregazione diversa dai cistercensi. La sua importanza era cresciuta all'epoca delle crociate, con l'aumento dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In concomitanza, nobili ed ecclesiastici ne avevano accresciuto le ricchezze attraverso donazioni, mentre vari ordini militari e lo stesso pontefice ne avevano garantito la protezione. Da Santa Maria dipendevano varie chiese poste lungo il Piave e il Livenza.
Nel 1229, essendo il complesso decadente sia dal punto di vista materiale che spirituale, papa Gregorio IX lo affidò ai cistercensi dell'abbazia di Follina, scelta che risultò felice per un certo periodo. A determinare la fine dell'istituzione furono però altri eventi: la diminuzione dei pellegrinaggi, le razzie degli eserciti di passaggio e, soprattutto, le disastrose piene del Piave. Significativa fu quella del 1368, quando il fiume mutò il suo corso e il monastero finì per trovarsi nel mezzo di un'isola. Poiché il Piave fungeva (e funge tuttora) da confine fra le diocesi di Ceneda e di Treviso, l'istituzione passò dal controllo dell'una all'altra.
Alle inondazioni si aggiunse la decadenza spirituale. Distrutto da un'altra terribile ondata, nel 1459 l'abate commendatario Venceslao da Porcia lo fece ricostruire sulla sponda destra, presso Lovadina. Tuttavia la mancanza di monaci portò, alla fine del XV secolo, all'unione con il monastero femminile di Santa Maria degli Angeli di Murano.


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Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane


PIER ANGELO PASSOLUNGHI. Studioso e ricercatore di storia veneta,esperto di storia religiosa per cui collabora a varie riviste nazionali, ha curato varie pubblicazioni, in particolare di Storia e Bibliografia della Sinistra Piave.


"....S. Maria del Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di guadi
sul medio corso del fiume.
Inizialmente si trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad una
comunità di cui non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno al
Mille nel fervore della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti c'era
l'ospitalità a viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave.
Sorto all' incrocio tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in località (appunto) Talpon non distante da Mareno, l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la
Palestina. Nel 1120 i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner ne
avevano congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto nel patrocinioapostolico, ne figuravano
pure alcune presso il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle di
Santo Stefano di Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano.
Poichè agl'inizi del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale
e materiale, nella primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la
riforma, affidandolo al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non
distante monastero della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo
quelli che vi vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto
la casa plavense potè riprendersi.
La perdita d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del secolo
precedente e i distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre che tra
Due e Trecento coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi
ben presto sentire in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il
Piave con le sue piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del solito
completamente circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad isola.
Sorto in diocesi di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così in
mezzo al guado, tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di
Ceneda, ora a quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai in
piena crisi vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima distruzione
che lo abbattè dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne
ricercò nel 1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva destra a
Lovadina, ma essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di
monaci, a fine secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S.
Maria degli Angeli di Murano."
home - Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto

La Bottega dei Ricordi
La Via dei Norcini : i salumi dell’Azienda Dino ed Alberto Marcon a Santa Maria del Piave
Il Viaggio del gusto di Borghi d’Europa lungo la Piave,ha condotto i giornalisti e i comunicatori
a visitare l’azienda agricola di Dino ed Alberto Marcon, a Santa Maria di Piave.
Le Piccole Produzioni Locali (PPL) sono aziende alimentari con un ridotto circuito commerciale
che realizzano prodotti alimentari tradizionali del territorio veneto.
Grazie a un sistema integrato fra aziende e sanità pubblica la Regione Veneto garantisce che i
prodotti delle aziende PPL vengano realizzati nel rispetto di standard qualitativi e norme sanitarie.
I prodotti derivano dalla lavorazione della carne dei maiali allevati in azienda. Le fasi di lavorazione cui sono sottoposti, rispettano gli usi e le tradizioni di un tempo e prevedono il solo impiego di ingredienti come il sale, il pepe e gli aromi naturali, senza l’aggiunta di conservanti come nitriti e nitrati.
Le macellazioni vengono fatte soltanto in alcuni periodi dell’anno, da ottobre a marzo.
È possibile effettuare visite per conoscere i produttori e la natura dell’azienda, caratterizzata da piccole produzioni naturali.
La degustazione delle eccellenze di casa è avvenuta nel corso della registrazione di una puntata della trasmissione multimediale L’Italia del Gusto.
L’azienda è stata così inserita nel percorso d’informazione de Le Vie dei Norcini.
Prodotti
Cotechino, cotechino con lingua, lingua con muscolo, ossocollo, pancetta, salame, salsiccia, sopressa, sopressa con filetto.

venerdì 3 aprile 2020

Vie d'Alt di Prepotto scelta da Borghi d'Europa




E' stato Gunnar Cautero,nume tutelare dell'Osteria della Stazione l'Originale di Milano, a
parlarci dell'azienda agricola Vie d'Alt,in uno dei molti incontri che Borghi d'Europa ha
organizzato per 'raccontare' le storie dei territori ai giornalisti della stampa nazionale.
Così l'inserimento di Prepotto nei Percorsi Internazionali (segnatamente Eurovinum, il
Paesaggio della vite e del vino), ha avviato il dialogo con le aziende della Associazione
Produttori di Schioppettino di Prepotto.
Cento anni di storia- – racconta Mara,una delle figlie del titolare Bruno Venica-, accompagnano 
lo sviluppo dell'azienda Vie d'Alt , che si  trova a Prepotto,
dove fiorisce la vite, oggi raccogliamo i frutti. Sono i nostri vini: profumati, genuini, generosi, 
eleganti. E parlano friulano. 
“Vie d’Alt” infatti  è la voce della terra, è il nome del nostro primo vigneto, la “Via Alta”, 
acquistato dal fondatore Venica Antonio nel lontano 1915.
 
La famiglia è la nostra forza. Siamo tre sorelle con la stessa passione: Nadia con Luca, Mara con 
Christian e Giulia, la quarta generazione  che guarda al futuro, senza però dimenticare le tradizioni 
tramandate dai genitori Bruno e Paola.
La nuova cantina è il cuore pulsante del nostro giardino: 18 ettari a vigneto sulle colline che 
incorniciano Prepotto, nella DOC“Friuli Colli Orientali, zona altamente vocata alla viticoltura di 
qualità grazie al suo microclima e alle caratteristiche uniche del terreno.
 
Perché la verità è che amiamo fare quello che facciamo: vendemmiamo le nostre uve a mano, 
proteggiamo fauna e flora limitando l’uso di
insetticidi, da anni non utilizziamo erbicidi, prediligiamo gli equilibri e i ritmi naturali della natura, 
con una viticultura ragionata a basso impatto ambientale. E soprattutto detestiamo la fretta, la 
terra richiede pazienza!
Ma anche energia: la nostra è “pulita” perché da 2008 abbiamo installato pannelli solari e 
fotovoltaici. Inoltre grazie ai nostri residui di potatura riscaldiamo le nostre cantine con la caldaia 
a cippato.
Un autentico dono della Natura per le vigne di VIE D’ALT- è la ponca che gioca un ruolo 
importante per il mantenimento della qualità dei vini… In origine, la ponca è di colore grigio-
azzurro ma muta in grigio-giallastro in presenza di agenti atmosferici. Sgretolandosi, si trasforma
in terreno argilloso capace di trattenere l’acqua, un vantaggio per le vigne durante i periodi di 
siccità. 
Inoltre, il colore chiaro della ponca permette al terreno un moderato assorbimento di calore 
durante le giornate estive. 
La lenta maturazione dell’uva è perciò agevolata anche
dal ridotto sbalzo termico di temperatura del terreno tra il giorno e la notte.
 
Inoltre, le sostanze nutritive presenti nella ponca, ricca di calcio, magnesio, fosforo e potassio, 
forniscono alla pianta sostanze minerali vitali per consentire una crescita sana e duratura delle viti. I
In Friuli Colli Orientali, per merito di questo terreno sono ottime anche le condizioni
per l’evoluzione delle componenti aromatiche e per la buona l’acidità dei vini.”

E, a dire il vero, il buon risultato lo si coglie nel bicchiere.
Parliamo dello Schioppettino,vitigno autoctono di Prepotto:
Un vino elegante e versatile. Al naso esprime le tipiche note di pepe verde e di piccoli frutti rossi. 
In bocca è ampio e persistente.
Se invecchiato è perfetto con carni alla brace,selvaggina o formaggi stagionati.
Bevendolo si comprende bene perchè Luigi Veronelli ne fosse un convinto sostenitore :
quarant'anni dopo lo Schioppettino di Prepotto è per davvero un grande vino rosso, venduto in 
tutto il mondo, pluripremiato,
con un'associazione di produttori che lo tutela e lo promuove!
Vie d'Alt è perfettamente inserita in questo percorso di eccellenza.
Messaggi altrettanto puliti, che arrivano diritti, senza sottintesi.
E' proprio quello che Borghi d'Europa ricerca!

venerdì 20 marzo 2020

L'azienda agricola Norina Pez di Dolegna inserita nei progetti di Borghi d'Europa






E' stata una degustazione all'antica trattoria  Ferreghini di Dolegna del Collio a far conoscere
ai giornalisti e ai comunicatori di Borghi d'Europa i vini del Collio dell'azienda agricola Norina Pez.
“Tutto cominciò - racconta Stefano Bernardis-, con il nonno Giovanni, nato a Dolegna agli inizi del 1900, cresciuto nello stesso paese e fondatore, insieme alla nonna Adriana e ai figli, dell’azienda agricola caratterizzata in quegli anni dalla produzione viticola, cerealicola e dall’attività di allevamento. Verso la fine degli anni ’70 vi fu la svolta: papà Giuseppe Bernardis e mamma Norina Pez decisero di dedicarsi esclusivamente alla produzione e commercializzazione del vino migliorando le tecniche di gestione dei vigneti e specializzando la tenuta nella produzione vitivinicola. “


Così oggi la terza generazione di famiglia porta avanti una filosofia precisa.
La prima strategia aziendale parte dalla campagna: cercare di produrre una uva sana ed esente da qualsiasi malattia;

infatti, solo da queste premesse potrà nascere un ottimo vino.
E’ posta molta attenzione quindi in tutte le operazioni agronomiche e colturali, eseguite nella quasi totalità a mano.
Per quanto riguarda la difesa antiparassitaria l’azienda segue un programma di lotta molto mirato al rispetto ambientale e al rispetto della pianta.
E’ limitato l’uso quindi di pesticidi e antiparassitari che mal si adattano ad un reale rispetto per l’ambiente. Non vengono fatti trattamenti insetticidi, preservando cosi la fauna e gli insetti utili presenti nel vigneto.


In cantina poi si eseguono le moderne tecniche di vinificazione e di conservazione del vino, stando sempre attenti a non pregiudicare la qualità. Ciò vuol dire lavorare con cura e delicatezza le uve e i mosti successivamente. Travasare perciò il vino al momento giusto, in modo che non perda profumi e mantenga la sua fragranza e delicatezza.


“ Abbiamo assaggiato anzitutto un friulano,delicatamente profumato,dal sapore morbido e dalla
personalità spiccata,Poi ci ha incuriosito lo schioppettino, che ha rivelato un sapore pieno e intenso,un aroma tipico dei frutti di bosco. Un vino semplice e complesso allo stesso tempo che
ha soddisfatto le nostre curiosità enoiche. L'azienda produce anche El neri di Norina ,
una cuvee ottenuta da uve Merlot e Schioppettino, appassite alcune settimane per esaltarne la maturazione, e  in seguito maturata per 24 mesi in botti di rovere.”


Dolegna, con il suo territorio interamente collinare rappresenta il confine ideale con i Colli Orientali del Friuli. Delimitata dal corso del torrente Judrio a sud-ovest, e dal confine sloveno a nord-est, è un piccolo centro a vocazione prevalentemente agricola.
In questa felice ambientazione ha sede l'Azienda, che si compone di una superficie totale di quasi 10 ettari, di cui sette dedicati alla coltura della vite.


L'Azienda è stata invitata a partecipare alle iniziative di informazione del Percorso Internazionale
Eurovinum, il Paesaggio della Vite e del Vino, per l'evidente eccellenza delle proprie proposte enoiche.

Risultato immagini per immagini norina pez
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